domenica 26 dicembre 2010

Grida


Grida
dal piedistallo della tua anima
che sie eleva
sulla riva di questo lago
stretto tra le braccia
avvolgenti e muscolose di nebbia
a proteggere il sinistro
demone alato
mentre il cuore
dilania la paura
con denti di lupo.

Sono figlio e madre
in quest'alba di pugna
davanti a questa
minacciosa coltre
che guardo con occhi
plasmati nella fusione,
nella forma,
e nell'essenza dell'uno e dell'altra,
gene del gene
sangue del sangue.

Grida,
obbedisci al tuo petto
che senti gonfiare
di rabbia
di fuoco
ed impavida voce
che fuoriesce
ad infrangere
cristalli di vile ricatto
e a spazzare via
questa sporca foschia
complice il ribalzo dell'eco
che di ritorno squassa
con gli occhi iniettati
di sangue e di amore.

Ascolta il tuo cuore
nell'istante che segue
unico suono
nel silenzio irreale
assordante
dell'orfana supersite quiete
che ogni rumore ha inghiottito
e respira...
...sei vivo.

lunedì 20 dicembre 2010

Il tuffo


Acqua e sudore
dolcemente scendono
dalla mia fronte
sicure e leggere
come uno sciatore
in discesa libera
mentre avvolto
dal vapore acqueo
lentamente
lascio andare
contrazioni ed ansia
sul fondo della mia vasca
e la mia bocca
si incurva in un sorriso disteso.

Solo,
in compagnia soltanto
del riverbero lasciato
dalle gocce che cadono
sullo specchio dell'acqua
dal rubinetto
e che dolcemente mi culla
il sipario palpebrale
cala sul palco delle mie iridi.

Ad occhi chiusi
osservo dalla platea
della mia solitudine
le sconfinate e gelide
acque della memoria.
Respiro,
mi tuffo a candela
e sento il gelo
lentamente avanzare
lungo il mio corpo
a mano a mano
che penetra in acqua
fino a che essa
non sigilla i miei piedi.

Risalgo battendo le gambe
ma rimango impigliato
in alghe di rabbia.
Con gli occhi sgranati,
il cuore in gola,
grido,
ingoio rancore ed acqua.

Annego
e chiudendo gli occhi
sul fondo marino
li riapro avvolto dal vapore...
...Sono solo,
in compagnia soltanto
del riverbero lasciato
dalle gocce che cadono
sullo specchio dell'acqua
dal rubinetto.

mercoledì 1 dicembre 2010

Nell'incubo


Nel vuoto
negli occhi sbarrati in un urlo
mentre il cuore esplode.
Nella vertigine
nel sangue a fontana
di un cranio spaccato
disintegrato urtando le rocce
ad una ad una come birilli
lungo la scarpata.
Nel silenzio
rotto da un grido straziante
inascoltato nel freddo
del deserto notturno.
Nel nulla
nelle iridi disciolte in sangue
che scende sulle gote ghiacce.
Nelle risa assordandi
del nemico che porto dentro
perforanti come un trapano
nel mio cervello.
Nell'epilogo
di questo lato oscuro dell'iceberg
mi sveglio madido...
...e non capisco se sogno
o son desto.