sabato 27 novembre 2010

Il trasloco


Nel cuore
T'insinui tra un battito e l'altro
driblando il pendolo
che scandisce il tempo
del muscolo rosso
come uno slalomista
che scivola via leggero
sulla coltre di neve.
Nella mente
clandestino pensiero
ti fai strada
furtivamente dolce
lungo la scala
che porta in vetta
alla mia torre cerebrale
eludendo i severi guardiani
e chiudendoti a chiave
la porta alle spalle.
Inquilina
dirimpettaia di un sogno mio
disfai le tue valige
ricolme dei miei desideri
sistemandoli ordinatamente
nell'armadio delle mie emozioni.
Poi ti metti comodamente a tuo agio
sdraiata sul fondo dei miei occhi
e mi attendi
ricambiandomi sguardi
sorrisi
silenzi.

giovedì 25 novembre 2010

La limonaia


Mediterraneo.
Questo sei tu
tuffo nel blu
e nelle tue candide risa
che sanno di mare
e di agrume
mentre giochiamo
a rincorrerci
tra le piante e le ombre
di questa gialla distesa.
Bacio rubato
all'ombra del cuore
portato via dalla salsedine
fermato nel rumore dei grilli
e in una carezza delle mie mani
sui tuoi fianchi.
Mani che furtive scivolano
e si fanno strada sotto le tue vesti
ad accarezzare piano
la tua pelle nuda
mentre ci osserva
con occhio vigile
il sole caldo
e meraviglioso d'Agosto.
Ti stacchi di colpo
e di colpo rallenti
i tuoi movimenti
intrappolando i miei sensi
nel tuo malizioso sorriso.
Poi mi tieni la mano
e mi porti con te
camminando lentamente all'indietro
stringendo negli occhi
sensuali promesse
succose
come il frutto che mordi
assaporando
tra la buccia e la polpa
le gocce del mio e del tuo desiderio.

lunedì 22 novembre 2010

Il treno invisibile


Lo sento arrivare.
Avverto il suo fischio
mentre percorre
la vallata dei miei ricordi
scivolando trasparentemente
su binari incogniti
che fanno attrito
con le ideali ruote
quando tocco
i freni delle mie paure.
Corre veloce
attraverso la notte ignota
Facendo sosta in stazioni fatiscenti
dove ombre senza volto scendono
e ne salgono altre.
Sono pochi coloro dei quali
riconosco o ricordo le sagome.
Il controllore
volto piatto con due lancette
ferme a ore sei
in corrispondenza del naso
passa per gli scompartimenti spogli
chiedendo il biglietto
a passeggeri clandestini
della mia indulgenza.
Sicari, mercanti di morte
occupano una carrozza
sotto mentite spoglie
intonando un canto macabro
sulle note dissonanti di un mandolino.
Luridi, ubriachi
bevendo whisky di infima categoria
e fumando sigarette di bassa lega
appestano l'aria dei loro sporchi propositi
di assassinare un cuore.
E mentre si compiacciono
della loro stoltezza
non sanno che lo stesso cuore
sta già lavorando in silenzio
ridendo di gusto
per staccare la loro carrozza
dal resto del trasparente convoglio
che corre veloce e libero
ulrando il suo fischio attraverso la notte.

sabato 20 novembre 2010

Sogno liquido


Ti sento passeggiare nella mia testa.
Odo il rumore dei tuoi tacchi a spillo
mentre percorri in lungo e in largo
ogni corridoio del mio cervello
andando a scoprire ogni angolo
anche il più recondito del mio desiderio di te.
Tu, oh nutrice delle mie fantasie
acqua che disseta il mio alibi di non resisterti
colori l'aria che mi circonda del tuo profumo
mentre tra le lenzuola
fotogrammi d'amore e di frammenti d'amplesso
si fermano sul fondo dei nostri occhi
sulla mia bocca che morde il tuo seno
ad immortalare il sublime possesso
mentre la notte ordisce
tra le sue pieghe
trame di passione esondante.

mercoledì 17 novembre 2010

Manduria


Odo il rumore del mare
e le voci dei pescatori.
Rumori, suoni di vita
di questo stupendo villaggio
che entrano
dagli oscuranti socchiusi
della finestra.

Entrano accompagnati
dal profumo del novello mosto
che arriva fuggendo
dalle cantine di strada
a mischiarsi e confondersi
col seducente profumo
della tua pelle che sa d'amore
gustato e da gustare
come prelibato acino.

Ti guardo mentre ti alzi dal letto
avvolta dal bianco lenzuolo
che lascia intravedere
le tue splendide curve sinuose
che contrastano
con quelle meravigliose ed aspre
di questa splendida terra
ma seducenti ed ammalianti
entrambe in maniera diversa.

Brividi sono quelli che avverto.
Ti ammiro come un quadro
dai colori sensuali caldissimi.
Sei bella come una ballerina di Degas,
quando ti volti e mi guardi
con gli occhi colmi di voluttà
come questo risveglio
colorato dall'olio
della notte d'amore passata
che è nostra
ed è custodita come dolce segreto
nei nostri sguardi
desiderosi di noi
nel sottofondo delle voci dei pescatori
che tornano dal mare.

martedì 16 novembre 2010

In dissolvenza


Polpastrelli indugiano
percorrendo le linee degli occhi
di una fotografia.
Mentre mi perdo nel tuo sguardo
immortalato oltre la morte
lo sento vivo nei miei occhi
come a voler dare voce
alla mia voce,
a voler nutrire
l'esondazione del mio fiume
di ricordi.

Perdonami se ti parlo
intingendo la punta della mia piuma
nell'inchiostro trasparente
delle mie lacrime
ma mi sento canna al vento
in preda ad un uragano
al solo pensarti
e mi è rimasto solo questo modo
per comunicare con te
per non sentirmi
come un aliante impazzito
in un vuoto d'aria
in caduta libera nel baratro
di me stesso.

E mentre la vita corre impazzita
fino ai titoli di coda
rimango qui solo
in questa stanza
con le tende chiuse
e le persiane abbassate
stringendo una foto
che osservo
come un lento primo piano
sul tuo dolce sguardo
fino a dissolversi
nelle stalattiti dei miei occhi.

domenica 14 novembre 2010

L'osservatore di incognite


Mi sento lontano
irreale
serenamente confuso
immerso nel mare
dei miei punti interrogativi
come un piccione
appollaiato sopra un cavo elettrico
fermo ad osservare
le nubi e la nebbia sulla mia
valle di incognite.

Nemmeno io so spiegare
il mio stato d'animo
di triste felicità
mentre abbasso lo sguardo
ad ammirare
con un sorriso agro
sul mio becco
l'acqua del mio cuore disciolto
che corre veloce
giù dalla grondaia di altrove.

A questa visione
il mio indugio cade
e si frantuma in mille pezzi
come un bicchiere
di vetro infrangibile.
La ragione si desta.
E' tempo di andare.

venerdì 12 novembre 2010

Lo sboccio


Come stai?
Mi sento estraneato
lontano anni luce
da questo mondo
che mi passa accanto,
isolato con te
al sicuro
sotto una campana
di cristallo
e di contemplazione.
Come stai?
E la mia mano
sfiora il tuo viso
sul quale un sorriso
si apre come scrigno di luce
ad alimentare
la fotosintesi delle mie emozioni.
Senza parole,
senza più sentire
i rumori etnici di questo mercato
ma con gli occhi rivolti
soltanto a carpire
ogni minimo movimento degli occhi
ed i cuori a sentire
il più impercettibile movimento
sul tuo viso della mia mano
dove hai appena
dolcemente appoggiato la tua.
Come stai?
La tua mano si muove
piano sulla mia
e gli occhi bramano gli occhi
catturano sorrisi
mentre si ode solo
il dolce suono del lento sbocciare
di una rosa segreta nel cuore...
...senza spine.

martedì 9 novembre 2010

L'attimo


Guardami
trattenendo il respiro
strozzato da un gemito
con gli occhi sbarrati nei miei
e la bocca aperta a sfiorare la mia
mentre contratta e sudata
arresti il tuo movimento.
Sciogliti
come neve sull'Etna
al profumo di magma
mentre esausta
chiudi gli occhi tuoi in estasi
e il tuo viso al rallentatore
sfiora il mio viso
nell'ombra,
mentre la mia mano
accarezza il tuo ventre
dove nascondi
proteggi e difendi
il caldo mio seme
accogliendone il dolce
e prelibato frutto.

domenica 7 novembre 2010

La cassazione


"La parola alla difesa
per l'arringa finale."
..........
"Vostro Onore
Signori della corte
noi abbiamo il sospetto
che le accuse mosse
all'imputato
facciano da specchio
alle vostre paure.
Paure nei confronti di voi stessi.
Oppure state solo tramando
una vendetta trasversale
sul ricordo temporale
riportato alla vita
come una ferita ancora aperta
quando il vostro materialismo
uccise a colpi di martello
il vostro spirito
pensando che fosse
lo spirito di chiunque.
Potete fermare un uomo
anche che sia la testa
della Loggia della Creatività.
Altri esponenti
altri capi verranno
ad allargare a macchia d'olio
il verbo della segreta passione
che voi cercate di imprigionare
nelle celle dell'eterno oblio.
Mettete pure a verbale
che quando passerete anche questi
nel tritacarne delle vostre difese
altri ancora verranno
ad assumere il comando della Loggia.
Si può fermar chicchessia...
...non si può fermar la poesia.
Non ho altro da aggiungere".
"Signori della Giuria,
è tempo di esprimere il vostro
verdetto finale"
" Vostro Onore,
Signori della Corte.
Questa giuria giudica
l'imputato colpevole
di associazione eversiva
verso la mancanza di sogni
ma condanna voi
all'esilio eterno
nelle steppe del vostro
arido vivere."
"L'udienza è tolta"

L'appello


"Imputato
dove vi trovavate voi
quando gli esponenti
della Loggia della Creatività
attentarono
alla pubblica mediocrità
mettendo a repentaglio
gli equilibri di squallore
e i conservatorismi
di convenienza?"
"Ero impegnato a scrivere.
A scrivere di me
del mio vivere
A scrivere dei giudici
di queste puttane legalizzate
che vedete qui sedute
come tanti corvi
sopra lo stesso albero
neri fuori, peciati dentro
che aspettano di beccare grano rubato
e che tremano al solo pensiero
che parole ed emozioni
al tritolo, a loro sconosciute
distruggano
con deflagrazione silente
il loro falso perbenismo.
Madide fronti che tremano
ad ogni parola da me proferita
a mia difesa alle loro accuse
costruite ad arte
per smontare il mio alibi
e che altrettanto ad arte smonto."
"Vostro onore
non ho altre domande"
"In nome di nessuna legge
l'imputato è stato accusato
e in nome della stessa non legge
lo prosciolgo da ogni
inesistente accusa.
L'udienza è tolta"

Il verdetto


"Imputato, alzatevi!
Siete accusato
dell'evasione
dal carcere
della piattezza
di aver forzato
le sbarre dell'atrofia
di aver preso a pugni
i celerini dello schiacciamento emotivo
e di resistenza alle forze del male.
Siete inoltre accusato
di lotta eversiva
alla realtà
e di essere un'esponente di spicco
della Loggia della Creatività.
Imputato, orsù
siete colpevole o innocente?"
"Vostro onore,
Signori della corte.
Sono colpevole.
Colpevole di essermi armato
di fantasia.
Colpevole di aver fatto sogni
più belli e più grandi dei vostri
forse troppo grandi persino per me
Colpevole di aver osato
dove voi non avete avuto coraggio.
Colpevole di aver gettato
il mio cuore a Kamikaze
dentro un ideale,
un credo cieco
Cosa che voi non avete.
Colpevole di aver vissuto
senza sconto alcuno
ogni goccia spremuta
dalle mie emozioni.
Aspetto in gloria
la vostra condanna
che sarà per me
la più grande delle soddisfazioni"
"Imputato,
il verdetto di questa corte
è non colpevole
e vi proscioglie con formula piena"
"Vostro Onore,
Signori della corte,
immaginavo questo verdetto
che assolve me
ma condanna voi
che per non darmi soddisfazione
confermate la colpa
del vostro non vivere
e la vostra abbietta paura
verso chi rompe
le vostre conservatrici
cementificate regole
giudicandolo minaccia
per il vostro caldo culo
unito in una cosa sola
con le vostre
rassicuranti sedie.
Colpevoli!"

sabato 6 novembre 2010

Il perdono dell'angelo


Madre
sono stanco
sono giunto al confine
di questa terra di mezzo
che separa la luce
dal buio dell'anima
dove tutto è steppa
e ho lasciato cadere
dalle tasche le mie certezze
e i miei sassi
usati per colpire le stelle.

In ginocchio
abbasso la spada
del mio ego
e bacio piangendo la terra
di questo confine con le tue mani
ma solo terra in bocca mi trovo
calda come la cenere
da cui veniamo
e da cui torneremo.

Assorbimi in te
a risucchiare e annientare
i miei errori di fragile uomo
che chiede perdono
e che anela nell'oblio
di questo deserto
di polvere di me stesso
la tua mano adorata
ad accarezzagli la testa
mentre il vento si alza
a sollevare polvere e rimorsi.

giovedì 4 novembre 2010

La farfalla dalle ali di gesso


Basterebbe un po' di pioggia
a disciogliere in morte
il tuo fragile volo
a macchiare di bianco
la lavagna del nero tuo cuore.

La cimosa passando lascerebbe
un alone pari a uno squarcio
leggero da fuori
ma voraginoso all'interno
dove occhi e menti sconosciute
non potranno mai arrivare.

Arranchi un decollo pesante
liberandoti di ciò che pensi zavorra
assumendo le forme di un camaleonte
dai bei colori cangianti a seconda
del ruolo da assumere....

....ma le tue ali restano bianche.
Bianche e pesanti
mentre voli tra piante carnivore
e fiori dal polline di curaro.

Coreografia di uno sguardo


Petali di rosa rossa
cospargono il pavimento
della mia mente
lasciati dalle tue ballerine
che liberano essenze di desiderio
ad ogni tuo armonico passo.

Sguardo fulminante
di conturbante bellezza
flamenco del sangue tu sei
mentre di scatto ti volti
con il fuoco negli occhi
al ritmo andaluso del cuore
e ti fermi nei miei.

Equilibrista
sul filo del tuo sguardo
che può salvarmi
o farmi cadere
mi lascio trasportare
dal tuo richiamo
passo dopo passo
avanzando.

Nello spazio tra i miei occhi
e i tuoi morbidi veli
e lussuriosi bracciali
passa la passione
l'amore
la morte
la vita.

martedì 2 novembre 2010

Sangue e miele


Ape regina
che regni
nell'alveare delle mie emozioni
disciogliendo il tuo polline
nei miei globuli rossi
trasformandolo in vitale
e prelibato nettare
produci in me un pensiero
dolce, fluido
appiccicato alle mie falangi
nel mio stomaco e nei miei occhi
nel mio desiderio di te.
La propoli del tuo amore
e il sole che porti
guariscono da profonde ferite
dissolvendo cicatrici
un tempo indelebili
al passo elegante e sensuale
della tua danza
del tuo battito d'ali
sprigionanti afrodisiache
essenze di te.
Drogato di sensualità
il mio desiderio come un calabrone
Ti vola intorno
per conquistare
l'arnia del tuo cuore.